Dorian sbarca sulla terra dopo un viaggio nello spazio.
Non ricorda quanto esattamente è stato via, ma gli sembra che non sia passato molto tempo, forse un anno. Ricorda di essere partito con la missione di cercare soluzioni al disastro ambientale che si sta consumando sulla terra e che rende la vita sul pianeta sempre più difficile. Ma sono ricordi confusi… Sono davvero ricordi suoi? Era davvero in viaggio? Chi è davvero?
Sbarca insieme ad Ai, l’intelligenza artificiale che era in viaggio con lui, e che lo aiuta a capire cosa gli sta succedendo, e soprattutto cosa è successo al pianeta, diventato durante la sua assenza inospitale e, a quanto sembra, disabitato. Ma all’improvviso si imbatte in Corpo, apparentemente unico essere umano scampato al disastro, un essere regredito a livello primordiale, pre-storico…
CORPO non parla, comunica certo, ma solo con la “lingua” del corpo appunto, e con la danza, lingua che per Dorian è molto poco intellegibile, abituato com’è a interfacciarsi solo con Ai, essendo forse rimasto via ben più di un anno, o essendo forse appena “nato”, e non avendo forse mai visto prima un essere umano in carne ed ossa. E sarà proprio Ai, attraverso il dialogo fatto di domande e risposte, a spiegare a Dorian cosa significa essere “umani”, cosa significano quelle espressioni, quelle reazioni, i moti fisici di quell’essere che gli sta davanti e che lui fatica a riconoscere come simile…
Dorian ne farà esperienza diretta attraverso la compresenza e sarà Corpo a svelare-rivelare a Dorian la sua vera natura: quella di essere “artificiale”.