RHAPSODY IN BLUE

Nel 2024, Iratxe Ansa e Igor Bacovich iniziano la loro collaborazione con il CCN/Aterballetto e presentano Rhapsody in Blue, un pezzo per sedici danzatori costruito sulla celebre rapsodia di George Gershwin, cento anni esatti dopo la sua prima rappresentazione. Lo spettacolo ha debuttato in prima assoluta al Teatro Regio di Parma, il 17 febbraio, in apertura della Stagione di ParmaDanza 2024.

RHAPSODY IN BLUE: UN GIOCATTOLO FANTASTICO

L’idea iniziale di questo lavoro era di giocare con la rapsodia di Gershwin, poterla riscrivere attraverso un altro immaginario. In Rhapsody in Blue la cosa interessante non è solo portare il nostro sguardo, fatto della nostra esperienza, del confronto internazionale e dello stile maturato negli anni, ma soprattutto regalare al pubblico una visione più universale, meno legata al contesto newyorkese o allo spirito di quell’epoca. Abbiamo cercato di trasportare, di rivedere Gershwin a livello storico, cercando di decontestualizzarlo per potenziare ancora di più l’universalità del suo capolavoro.
Chiudere gli occhi, sentire cosa vuole dirci quella musica, e rappresentarla oggi attraverso la nostra poetica, esprimerla con il nostro approccio al movimento e al corpo scenico.

Rhapsody in Blue è di per sé un giocattolo fantastico per un coreografo, per un creativo. Essendo così potente, così allegra, così frizzante, è percorsa da varianti di forma costanti e sembra di attraversare una foresta incantata: nel giro di pochi passi incontri un essere magico, un cielo irreale che cambia colore sopra di te. Ci si muove in questo mondo fantastico, dove la rapsodia regala uno spazio sonoro in cui tutto è possibile, dove da ogni angolo fanno capolino elementi sempre nuovi e si è continuamente sorpresi. I corpi reagiscono ad input concitati e sempre diversi. Abbiamo giocato con tutto questo, chiudendo gli occhi e sognando nuovi mondi ogni volta che entravamo in contatto con un nuovo tema.

Iratxe Ansa e Igor Bacovich
Coreografi

Set e costumi: oltre il blu

La scenografia e i costumi che ho progettato per Rhapsody in Blue si ispirano al minimalismo e all’astrattismo americano del secondo Novecento e all’arte ambientale di matrice europea, in particolare modo al lavoro di Ólafur Elíasson, artista a cui molto ho guardato per la realizzazione di questo progetto.

La scenografia è caratterizzata da un unico elemento geometrico, un disco sospeso al centro dello spazio scenico, il quale attraverso un minuzioso gioco di luci e ombre, complice il light designer Eric Soyer, può mutare colore, evocando così un’atmosfera astratta ma suggestiva. Questa forma “mondo” è un richiamo da un lato ai riti delle origini, dall’altro alle installazioni dell’arte minimalista americana di James Turrell, dove forme semplici e colori vibranti degli spazi, luci e ombre creano un impatto visivo potente e totalizzante. I corpi dei danzatori si illuminano grazie a questo elemento, diventano silhouette, astrazioni.

I costumi, concepiti come gender-neutral e ricchi di colori vivaci, sono pensati per evitare connotazioni storiche o temporali specifiche, ma piuttosto per creare un pattern in continua trasformazione sul palcoscenico. Questo approccio si sposa perfettamente con la ricchezza e la complessità della musica di Gershwin.

In sintesi, la mia visione per Rhapsody in Blue si propone di tradurre in immagine e colore la bellezza della musica di Gershwin, ma anche di offrire uno spettacolo che, oltre al blu, racconti le sfumature e i tanti cromatismi del nostro contemporaneo.

Fabio Cherstich
Set e costume designer

Creazione per 16 danzatori della compagnia

Coreografia Iratxe Ansa e Igor Bacovich
Musica George Gershwin, Rhapsody in Blue; Bessie Jones, Beggin’ the blues
Scene e costumi Fabio Cherstich
Luci Eric Soyer

Produzione Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto
In coproduzione con Fondazione Teatro Regio di Parma
Con il contributo di Etxepare Euskal Institutua

Premiere 17 febbraio 2024, Teatro Regio di Parma

Durata 20′

Prossime date